Oggi, Save the Children è la più grande organizzazione non governativa dedicata alla difesa dei bambini. L’eco della voce di Eglantyne Jebb è vivo in ogni progetto di Save the Children, nei suoi collaboratori e sostenitori e nei migliaia di bambini che aiuta giorno dopo giorno, da oltre cento anni.

Abbiamo voluto dar voce a tre giovani donne che hanno partecipato ai progetti di Save the Children e hanno dimostrato col loro coraggio, la loro forza e la loro tenacia come lo spirito di Eglantyne sia vivo ancora oggi nella missione della sua Organizzazione e come ogni donna possa e debba essere una pioniera.

Saleha

Slum di Govandi, Bombay, India

Nello slum della capitale indiana, dove Saleha vive tuttora con la sua famiglia, la maggior parte delle ragazzine smetteva di studiare perché il tragitto per raggiungerla non era sicuro, e perché i tabù legati alle mestruazioni impedivano loro di frequentare la scuola una volta raggiunta la pubertà. All’età di 12 anni, Saleha ha iniziato a battersi per superare i pregiudizi e la disinformazione legati al ciclo, e per garantire il diritto all’educazione per tutti i bambini della sua comunità. Save the Children, scoperta la sua storia, ha deciso di supportarla negli studi fino alla laurea e promuovere attivamente la sua causa.

Saleha ha tenuto diversi Ted Talk in prestigiose università americane, e il 1° gennaio 2017 ha vinto il premio Savitribai Phule, dedicato alle donne impegnate nelle cause sociali. Oggi, Saleha ha 23 anni, e continua a contribuire al benessere della sua comunità come operatrice di Save the Children.

Saada

Harar, Etiopia

A soli 7 anni, Saada si è ritrovata a combattere contro la pratica tradizionale della mutilazione genitale femminile.
Scoprendo che una sua amica avrebbe subito la procedura, Saada si recò dai genitori e li informò di tutti i rischi possibili, dalle infezioni ai futuri problemi con il concepimento e il parto, finendo fortunatamente per convincerli a desistere.

Saada, che ora ha 10 anni, continua a sensibilizzare le famiglie della sua comunità sui terribili pericoli della mutilazione femminile. Frequenta anche un circolo studentesco nella sua scuola, dove i ragazzi si riuniscono settimanalmente per parlare di emancipazione femminile, matrimoni precoci, igiene e tabù mestruali.

Esther

Zomba, Malawi meridionale

Esther ha 17 anni, ed è un attivista climatica. Ha imparato a riconoscere gli impatti di inquinamento, riscaldamento globale e deforestazione frequentando la scuola della sua città, finanziata da Save the Children.
L’organizzazione ha dotato l’edificio di energia solare e torce elettriche, e ha regalato delle biciclette agli studenti come Esther che vivono lontano.

Negli ultimi anni, i danni portati dalla crisi climatica si sono inaspriti. L’alternarsi di siccità e inondazioni che ha devastato la regione di Zomba ha colpito anche la famiglia di Esther, che ha perso sia la casa che tutti i raccolti.
Decisa a non lasciarsi scoraggiare e a lavorare per un futuro migliore, Esther ha lavorato con la sua comunità per ripiantare alberi, ricostruire le infrastrutture di prima necessità e istruire le persone intorno a lei.